progetti

Ecco alcuni dei progetti e delle serie fotografiche che ho sviluppato nel corso degli anni in ambito scolastico e personale, durante la partecipazione a concorsi e workshop.

love & forgiveness

gennaio 2020

Questa serie è nata dopo un processo molto più lungo di quello che si può pensare. Nell'ultimo anno della mia vita, molte cose che mi sono successe mi hanno spinto a rivalutare il rapporto con me stessa e con il mio corpo. Vivere con sè stessi può essere molto difficile, a volte anche molto doloroso. La mia personale esperienza mi ha spesso portato a sottovalutarmi e sminuirmi, mi ha fatto dubitare dell'importanza del rispetto e dell'amore per ciò che sono. La fotografia mi ha aiutato proprio in questo, ad esprimere la mia voglia di ritrovare quell'amore e quel rispetto che spesso ci dimentichiamo di mantenere vivo. Prendersi cura di sè per poi sapersi prendere cura anche degli altri, imparare ad amarsi e ad accettarsi anche per quelle insopportabili imperfezioni che ci causano tanta vergogna, perdonarsi per tutti gli errori commessi e per tutte le volte che ci siamo sentiti in colpa per qualcosa che non dipendeva da noi e che non avevamo il potere di cambiare. O almeno, bisogna tentare.

IN BLOOM

settembre 2019

Durante il workshop dell'artista Claire Pentecost, realizzato nell'ambito del progetto Comphost in collaborazione con il Castello di Rivoli, ho realizzato un progetto fotografico personale sul lavoro dell'artista. Durante i quattro giorni di workshop, Pentecost ha lavorato a stretto contatto con un gruppo di ragazzi adolescenti con i quali ha sviluppato un percorso di comprensione e analisi di tutti gli aspetti riguardanti questo processo biochimico, non solo a livello scientifico, ma anche sociale e filosofico. Il filosofo Leonardo Caffo ha tenuto una conferenza durante il workshop sul tema proprio dell'adolescenza, che mi ha affascinato molto. Ho deciso quindi  di scattare delle fotografie ai ragazzi durante i momenti di svago, e rappresentare attraverso una serie di 18 fotografie il tema dell'adolescenza, della crescita, e del rapporto dell'uomo con la natura. Ho alternato i ritratti dei ragazzi a delle nature morte e a dei dettagli naturalistici che affiancati, hanno lo scopo di creare un legame con lo spettatore che riporti alla propria personale esperienza dell'adolescenza, che tutti  abbiamo vissuto.
Le tinte fredde servono proprio a ricreare l'effetto malinconico della nostalgia e della memoria, ci ricordiamo ancora com'è essere giovani?

sea series: water, ground, body

agosto 2019

Il mare per me è sempre stato un elemento molto importante, fin da quand’ero bambina. Ci sono pochi momenti in cui mi sento così calma e in pace con me stessa come quando sono immersa nelle sue acque. Ho voluto trasmettere questa sensazione di tranquillità e appartenenza attraverso una serie di fotografie raggruppate in trittici, posizionando in maniera più libera e spontanea le immagini, in modo da richiamare a livello compositivo l’andamento delle onde.


ricominciare

maggio 2019

Questo trittico l'ho sviluppato per la partecipazione ad un concorso fotografico il cui tema era "Racconta una storia". Essendo il tema molto ampio e libero, ho scelto di narrare una storia personale, che simboleggiasse anche una realtà in cui chiunque potesse riconoscersi. Per farlo, mi sono ispirata alla filosofia giapponese del kintsugi. Secondo questa filosofia, quando un vaso si rompe, i cocci non vengono buttati via. Vengono invece raccolti, e assemblati nuovamente tramite dell'oro fuso, che ha la funzione di risaltare i segni lasciati dalle crepe. Si tratta di un tipo di pensiero molto lontano dalla cultura cristiano-occidentale che riconosce nel dolore e nella sofferenza una sorta di punizione per i peccatori. Il kintsugi invece ritrova nel dolore la bellezza della fragilità, che non deve essere nascosta allo sguardo degli altri ma anzi esaltata, per poi ritrovare la forza e il coraggio di ricomporre i pezzi e ricominciare.


[refr]amed

Progetto per la tesi
marzo 2019

A marzo 2019 mi sono laureata alla Triennale di Nuove Tecnologie. Come progetto per la tesi ho deciso di portare il mio amore per il cinema e la fotografia, rappresentati da due elementi: uno specchio e una cornice. Questi simboli sono diventati un mezzo attraverso cui ho voluto esprimere come l’obiettivo abbia influenzato la mia visione delle cose, e allo stesso tempo il modo in cui io vedo me stessa. La cornice simboleggia la capacità dell’obiettivo di racchiudere una porzione di spazio all’interno di una superficie delimitata, che però grazie alla magia del cinema e della fotografia, può essere oltrepassata dallo spettatore. Si crea un legame così profondo tra autore e fruitore, che lo spazio bidimensionale dell’immagine diventa concreto e reale. Puoi quasi allungare una mano e toccarlo. Lo specchio invece rappresenta una delle funzioni fondamentali dell’obiettivo: quello di riflettere l’interiorità di chi c’è dietro. Sin da quand’ero bambina ho sempre visto una parte di me riflessa nei film che mi affascinavano particolarmente. Lo stesso è avvenuto poi tanti anni dopo, quando ho preso in mano una fotocamera. Ho capito che il modo migliore per comunicare quello che sento e che a parole non riuscirei ad esprimere, è proprio attraverso la macchina fotografica. Tra i vari scatti ho realizzato anche degli autoritratti. Io non sono una persona che ama farsi fotografare, sono molto timida e insicura. Con queste foto ho voluto però mettermi alla prova, e cercare di espormi per guardarmi dall’esterno, e farmi vedere dagli altri. 

Through I

Projection I

Through II

Projection II

Screen

Connection I

Me in you

Feeling I

Connection II

Feeling II

It's me

Inner I

Glare

Shelter

Inner II

Photobook

Con i 15 scatti realizzati ho creato un photobook, e ad ogni fotografia ho associato un mio pensiero, una citazione o qualcosa su di me, come in una sorta di diario. Qui sotto puoi vedere il video del photobook stampato e rilegato.